KYRGYZSTAN

Popoli del Karakorum

  • Tour di gruppo , Volo + Tour
  • 16 giorni / 14 notti
  • 3 stelle , 4 e 5 stelle
  • Pensione completa

Viaggio dalle caratteristiche uniche, un intenso percorso in un remoto angolo di mondo, dal Kyrghizstan al Kashmir pakistano attraverso la superba catena montuosa del Karakorum, dove si trovano alcune delle vette più alte del mondo, con picchi fino a 7000 metri. Un viaggio che offre la possibilità di incontrare le etnie dell’Asia centrale come gli Hunza, gli Uiguri e i Kyrghizi che, grazie dell’isolamento geografico, hanno mantenuto inalterate le loro tradizioni. Una meta all’insegna della natura, ma anche di spiccato interesse etnografico grazie alla possibilità di avvicinarsi all'originale cultura nomade di questi popoli e percorrere i luoghi dell'antica Via della Seta.
Durante il viaggio potrete ammirare il caravanserraglio di Tash Rabat, la valle degli Hunza, l'indimenticabile ghiacciaio della valle di Nagar, la valle di Astor, ai piedi del Nanga Parbat, fino a raggiungere il Kasmir pakistano e le rovine dell’antica Taxila, oggi Patrimonio dell'UNESCO.

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Dettagli

PROGRAMMA DI VIAGGIO:

1° giorno / Italia – Islamabad
Partenza nel primo pomeriggio da Milano Malpensa con volo di linea Turkish Airlines via Istanbul per Islamabad. Cena a bordo.

2° giorno / Islamabad – Takht-i-Bhai – Saidu Sharif (le rovine del monastero buddhista) (circa 270 km)
Arrivo a Islamabad in nottata, disbrigo delle formalità d’ingresso, accoglienza da parte dell’organizzazione locale e trasferimento in hotel per un breve riposo. Dopo la prima colazione partenza verso nord-ovest per la North-West Frontier Province che si estende per 700 km lungo la frontiera con l’Afghanistan, a cavallo del Khyber Pass e di altri storici accessi che dalla Persia e dall’Asia centrale conducevano in India. Lungo il percorso sosta per la visita delle rovine del monastero buddhista Takht-i- Bhai, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, tra le più complete di tutto il Gandhara, risalenti a un periodo compreso tra il I e il VII secolo d.C., poste in una posizione spettacolare su una collina rocciosa. Si prosegue per la Valle dello Swat, ampia e verdissima, bagnata dal fiume omonimo che scorre disperdendosi in rami laterali. I suoi paesaggi dolci non riescono però a competere con i panorami mozzafiato delle altre valli del nord. Il suo fascino sta tutto nel peso della storia, visto che da qui è passato Alessandro Magno e da qui l’arte e la dottrina buddhiste si estesero in tutta l’Asia in seguito alla nascita dell’antica civiltà del Gandhara. Gli abitanti di origine pashtun yusufzai, di lingua pashto, sono persone semplici e ospitali. Arrivo a Saidu Sharif (990 m), la sede tradizionale del governo dello Swat. Pensione completa. Pernottamento in hotel.

3° giorno / La Valle dello Swat (la raffinata arte del Gandhara)
Le sorgenti, i corsi d’acqua e i frutteti hanno valso alla Valle dello Swat il nome di Udyana, giardino. Nel 327 a.C. Alessandro Magno conquistò la valle sconfiggendo gli abitanti a Udegram e Barikot. Il buddhismo arrivò nel III secolo a.C. con l’imperatore Ashoka e fiorì per ben nove secoli, diventando una sorta di “Terra Santa” e dando vita anche al Vajirayana, il buddhismo tantrico, che da qui si diffuse in Ladakh e Tibet. Durante i regni buddhisti l’arte religiosa raggiunse livelli di grande raffinatezza. Grazie alla posizione strategica della valle, sulle più importanti vie commerciali di un tempo, gli scultori locali vennero a contatto con tutte le culture e da queste assimilarono linguaggi diversi che si riconoscono nella particolare fusione di stilemi greco-romani e indiani da cui nacque la particolare e apprezzatissima arte detta appunto Gandhara. regioni asiatiche per visitare i numerosi stupa e monasteri decorati con bassorilievi dedicati alla vita del Buddha, capitelli corinzi dove figure umane si intrecciavano a motivi ornamentali, statue di Buddha dall’aspetto mediterraneo o centroasiatico. La caratteristica peculiare di questa scuola è di aver presentato, per la prima volta nella storia della religione, la figura di Buddha in forma umana, diversamente dalle precedenti scuole e in particolare dalla statuaria indiana antica le cui raffigurazioni del Buddha erano esclusivamente simboliche e identificate in un fiore di loto, un albero, una ruota o uno stupa. Nel periodo di massimo splendore del buddhismo, secondo la relazione del monaco viaggiatore cinese Hsuan Tsang, nella valle c’erano ben 1400 monasteri. Purtroppo molti dei numerosi resti archeologici sparsi per tutta la valle sono attualmente in pessime condizioni. Dopo la prima colazione intera giornata dedicata alla visita dei principali siti di interesse dello Swat V i arrivavano pellegrini da tutte le Inferiore. Pensione completa. Pernottamento in hotel.

4° giorno / Saidu Sharif – Lowari Pass – Chitral (la Valle del Chitral)(circa 250 km)
Dopo la prima colazione partenza verso nord per Chitral. Lungo il percorso attraversamento del Lowari Pass (3.118 m) coperto di foreste. E’ incredibile come la strada si inerpichi sul passo avanzando a fatica in ampi meandri sul versante del Dir, scendendo poi ripida nel Chitral con 43 spaventosi tornanti. Ancora più incredibile è come i pittoreschi autocarri pakistani si trascinino lentamente in salita sul versante del Chitral a un’andatura a malapena percepibile (N.B. Se il Passo Lowari è chiuso per neve o per le pessime condizioni della strada si procede attraverso il tunnel recentemente aperto). Discesa nell’isolata Valle del Chitral, al confine con l’Afghanistan, nell’angolo nord-occidentale del Pakistan, chiusa dalle pareti dell’Hindukush a ovest e da quelle dell’Hindu Raj a est. Campi terrazzati di grano orzo, mais e riso, frutteti di noci, albicocche e more si susseguono lungo la valle, ai piedi di ripide pareti montuose. Da ogni punto della bassa valle è visibile il massiccio solitario del Tirich Mir (7.706 m), il più alto dell’Hindukush. Nel pomeriggio arrivo a Chitral (1.500 m), il centro amministrativo della valle, che si distingue per un vivace e esotico bazar, per il palazzo-fortezza del methar, il sovrano locale, l’imponente Shahi Masjid, la Grande Moschea, e per uno dei migliori campi da polo di tutto il Pakistan. Pensione completa. Pernottamento in hotel.

5° giorno / Chitral – Ayun – Anish (i villaggi Kalash della Valle di Bumboret) (circa 40 km)
Dopo la prima colazione partenza verso sud-ovest. Raggiunto il villaggio di Ayum la strada entra in un canyon deserto e prosegue, scavata nella roccia, in un saliscendi con vista sulle oasi sottostanti. Si risale la Valle di Bumboret, lungo il lato sinistro del fiume, tra campi coltivati, canali di irrigazione e piante di noci secolari. In alto foreste di pini e alti pascoli, sullo sfondo le rocce delle montagne. Arrivo nel villaggio di Anish e sistemazione in semplice hotel. Proprio sul confine con l’Afganistan si trovano tre anguste e recondite valli di alta montagna che si insinuano fra le pendici dell’Hindukush. Vi risiede una popolazione estremamente periferica e poco numerosa che pure, per i suoi caratteri storici e culturali, va annoverata tra le più interessanti di cui si possa occupare l’etnografia: si tratta del popolo dei Kalash, seguace di un’antica religione politeista di origini ancora sconosciute, noto anche con il nome di Kafiri, il termine usato dai musulmani per connotare gli infedeli. Alcuni studiosi ritengono che i Kalash siano discendenti delle milizie erranti di Alessandro Magno; è comunque vero che la maggior parte degli abitanti di queste valli hanno capelli chiari e occhi azzurri, quindi ben diversi dalle altre etnie che popolano il Pakistan. La prima cosa che colpisce arrivando nei villaggi è l’abbigliamento femminile: un ampio saio di lana naturale marrone stretto in vita da una cintura decorata con gli stessi motivi del caratteristico ed elegante copricapo chiamato kupass, ornato da numerose file di conchiglie cauri, originarie dell’Oceano Indiano ed utilizzate fino a pochi decenni fa come moneta per gli scambi in tutto il subcontinente indiano. I riti e le tradizioni del popolo Kalash sono molto differenti da quelle delle popolazioni circostanti e a parte i contatti con i turisti, rappresentano un’isola di tempi antichi inserita nel presente. La religione kalash è politeista con un dio creatore, Khodai e una serie di altre divinità tra cui Jestak, la dea che protegge la casa e la famiglia, Mahandeo, il dio della guerra e protettore dei raccolti. Le donne sono escluse dai riti che consistono nel sacrificio di un animale. In genere un montone, agli dei e agli antenati. Ma le donne sono anche escluse dalla comunità durante il parto e le mestruazioni. In questo periodo sono considerate impure e vivono in una casa lungo il fiume, bashaleni. Possono ritornare alla loro casa solo
dopo un bagno purificatore e il cambio dell’abito. Visita dei villaggi della Valle di Bumboret. Pensione completa. Pernottamento in semplice hotel.

6° giorno / Anish – Valle di Rumbur – Anish (i villaggi Kalash della Valle di Rumbur) (circa 50 km)
Dopo la prima colazione partenza verso nord per la visita dei villaggi Kalash della Valle di Rumbur. Le Valli dei Kalash, coperte di boschi di deodora e malvoni, sono piccole e aspre. Quella di Rumbur è particolarmente stretta e le solide case in legno, pietra e fango si inerpicano sui fianchi delle montagne, con il tetto di una che fa da veranda alla successiva. Al piano terra si trovano stalle e magazzini; tra le stanze ai piani superiori generalmente c’è una cucina-sala da pranzo senza finestre e fuligginosa, con un focolare al centro cui corrisponde il foro di uscita del fumo, e una porta che dà sulla veranda. I Kalash coltivano grano, miglio, mais e lenticchie e allevano capre. Le uve dolci, delle viti nodose che crescono rampicanti intorno agli alberi, vengono trasformate in un vino molto forte e di sapore per noi non proprio gradevole. Le more, le albicocche, le mele e le susine sono abbondanti. Le noci rappresentano un’importante fonte di proteine in una dieta povera di carne. Le provviste vengono conservate in dispense di legno rialzate da terra, strutturate all’interno come armadi. Nel pomeriggio rientro al villaggio di Anish nella Valle di Bumboret. Pensione completa. Pernottamento in semplice hotel.

7° giorno / Anish – Valle di Birir – Chitral Gol National Park – Chitral (i villaggi Kalash della Valle di Birir e il markhor, l’antilope di montagna) (circa 80 km)
Dopo la prima colazione partenza verso sud per la visita dei villaggi Kalash della valle di Birir. Nei pressi del villaggio di Guru si può visitare il suggestivo vecchio cimitero con le casse di legno rotte e le intelaiature di legno istoriato. I Kalash non seppellivano i morti, ma li disponevano in sarcofaghi di legno posti sulla superficie del terreno. Purtroppo i gandau, le antiche statue di legno intarsiato messe a guardia dei cimiteri, sono state tutte asportate da archeologi e tombaroli e oggi si possono trovare nei musei o nei negozi di qualche antiquario di Londra. Si prosegue verso nord per la visita del Chitral Gol Superiore, un tempo riserva di caccia dei methar, trasformato successivamente in un parco nazionale di 7.750 ettari. Qui il biologo George Shaller scattò le prime fotografie di un leopardo delle nevi e trascorse molto tempo seguendone le tracce, come racconta nel suo libro “Stones of Silence”. E’ probabile avvistare il markhor, un’antilope di montagna preda favorita dal leopardo delle nevi. Rientro a Chitral nel tardo pomeriggio. Pensione completa. Pernottamento in semplice hotel.

8° giorno / Chitral – Buni – Mastuj – Shandur Pass – Lago Phander (il campo di polo più alto del mondo) (circa 220 km)
Dopo la prima colazione partenza verso nord-ovest lungo valli che non hanno pari per maestosità e bellezza in tutto il Pakistan settentrionale. A sud del villaggio di Buni si innalza il Buni Zom (6.550), la vetta più elevata dell’Hindu Raj. Si prosegue verso est per il villaggio di Mastuj (2.400 m). Da qui la valle del fiume Yarkhun si estende per 100 km a nord-est fino al Corridoio di Wakhan e al Broghil Pass, un tratto importante dell’antica Via della Seta tra Kashgar e l’Afghanistan. Proseguimento verso sud lungo la valle del fiume Laspur fino a raggiungere il Passo Shandur (3.810 m). Il passo è ampio abbastanza da ospitare numerosi laghetti e un campo di polo dove ogni anno in luglio si incontrano i migliori giocatori di Gilgit e Chitral in occasione di uno dei più importanti tornei del paese. L’area dello Shandur Pass, insieme all’Hundrup Gol, è stata dichiarata parco nazionale nel 1993. Si scende verso Phander, dove la valle è molto larga, con ampi campi coltivati intorno al lago e cavalli al pascolo. Pensione completa. Pernottamento in semplice hotel.

9° giorno / Lago Phander – Gilgit (fiumi e laghi dalle acque turchesi) (circa 180 km)
Dopo la prima colazione passeggiata lungo le rive del magnifico Lago Phander. Partenza verso est per uno dei percorsi più entusiasmanti del Pakistan, attraverso una zona di montagne e passi lungo il corso del fiume Gilgit. Un tempo quest’area ospitava piccoli regni feudali (Punial, Ishkoman, Yasin e Ghizar) e ancora oggi è un sorprendente mosaico di popoli e lingue. Si scavalcano passi da cui si dominano stupendi paesaggi selvaggi, incontrando fiumi e laghi dalle acque turchesi, circondati da cime di montagne innevate. Nel pomeriggio arrivo a Gilgit, (1.500 m), nodo di transito della Karakoram Highway,che sta diventando una vera e propria città, il suo sviluppo impetuoso è dovuto all’odierna posizione sulle vie commerciali verso la Cina e l’Asia centrale. Visita del sito di Kargah Nala con un grande Buddha in piedi, inciso su una roccia, risalente probabilmente al VII secolo d.C.. Pensione completa. Pernottamento in hotel.

10° giorno / Gilgit – Chalt – Ghulmet – Karimabad – Duiker (l’ampia veduta del Rakaposhi) (circa 100 km)
Dopo la prima colazione partenza verso nord lungo la Karakorum Highway che segue il corso serpeggiante del fiume Hunza tra maestose montagne grigio-marroni e vette innevate. Le zone più basse della valle sono scure e severe, nonostante siano abbellite da pioppi e frutteti in primavera e in autunno. Più si sale però e più il
panorama acquista bellezza: sopra i 2.000 metri molte nala (parola urdu per “gole di affluenti”) alimentate da ghiacciai ospitano foreste di pini e ginepri e prati lussureggianti. Nei pressi di Chalt la KH si snoda lungo il confine della “falda asiatica”, nella quale il subcontinente indiano si inserì 50 milioni di anni fa dando origine alla catena dell’Himalaya. Non c’è una linea di demarcazione, ma a nord si trova l’Asia, mentre a sud ci sono i resti di una catena di isole vulcaniche intrappolate dalla deriva geologica di Asia e India. All’estremità orientale di Ghulmet si trova la Ghulmet Nala, dalla quale si gode un’ampia veduta del Rakaposhi (7.790 m.). Arrivo a Karimabad (2.400 m), principale cittadina della Valle dell’Hunza, che ricomprende Baltit, l’antica capitale dell’Hunza, e il complesso di piccoli villaggi tribali circostanti. Il suo nome deriva dal principe Karim Agha Khan, il capo spirituale della setta Nazari degli sciiti-ismailiti. Si prosegue per il vicino villaggio di Duiker che si trova sopra Karimabad a circa 3.000 metri di altitudine. Le magnifiche vedute sulla valle e sulla corona di montagne circostanti (Rakaposhi, Diran, Golden Peak, Ultar) rendono questo luogo davvero straordinario. Pensione completa. Pernottamento in semplice resort.

11° giorno / Duiker – Altit – Baltit – Duiker (la Valle dell’Hunza) (circa 20 km)
Sveglia all’alba (opzionale) per osservare le meravigliose montagne, coperte di ghiacciai, illuminate dalle prime luci del sole. Famosa per la sua bellezza, la Valle dell’Hunza è nota anche per la particolare immagine che la vuole pura e isolata; questo mito è stato rafforzato dal romanzo “Lost Horizon”, di James Hilton (1933), e da una serie di leggende e film sul regno perduto di Shangri-La diffusi dai media negli anni ’70. Al centro dei racconti vi erano sempre la straordinaria salute e la longevità degli abitanti di questa zona. Le ripide pareti delle montagne sono coltivate con arditi terrazzamenti sui quali prevale la coltura dell’albicocco, il cui frutto essiccato al sole è fra gli alimenti principali della dieta del popolo hunza. Hunza mantenne l’indipendenza e l’isolamento fino all’arrivo delle truppe britanniche, vivendo di scambi e baratti con le carovane che passavano per la Via della Seta. Dopo la prima colazione, intera giornata dedicata alla visita di Baltit e dintorni. Il magnifico Forte di Baltit, che sorge su una sporgenza di roccia simile a un trono, con la Ultar Nala alle spalle, è sempre stato il cuore del regno. Il forte è stato usato come palazzo reale, dalla famiglia dei mir locali, per più di 750 anni, fino al secolo scorso. Le costruzioni più antiche risalgono al XIII secolo ma l’aspetto attuale si deve al mir Nazim Khan che rinnovò alcune stanze, aggiunse una piattaforma sul tetto e rivestì di calce i muri esterni aumentando notevolmente l’impatto visivo del forte su tutta la vallata. Nel 1945 il nipote di Nazim Khan si spostò in una nuova dimora a Karimabad e il forte cadde in uno stato di profondo abbandono. Il sapiente restauro di tutto il complesso è stato operato tra il 1990 e il 1996 grazie a un enorme sforzo congiunto anglo-pakistano. Visita della jamaat khana, la sala della comunità ismailita, e del bazar. Camminata nei dintorni di Baltit per osservare i caratteristici canali di pietra dai quali dipende la vita della valle. Trasportando l’acqua dalle gole montane a chilometri di distanza fino ai piccoli campi in prossimità degli abitati, questi canali hanno consentito di trasformare un deserto, quasi del tutto privo di superfici orizzontali, in una zona fertile. Nel pomeriggio visita del villaggio di Altit, con il suo imponente forte recentemente restaurato, una miniatura del Baltit Fort. Nel tardo pomeriggio rientro a Duiker. Pensione completa. Pernottamento in semplice resort.

12° giorno / Duiker – Nagar – Hopar – Lago Attabad – Duiker (l’incontro dei ghiacciai Bualtar e Barpu) (circa 90 km)
Dopo la prima colazione partenza verso sud-est lungo la Napar-Hopar-Hispar Road che segue il corso del fiume Nagar fino al villaggio di Nagar, la capitale dell’antico stato di Nagar, ancora oggi residenza del mir (re) locale. Si procede oltre, fino ai villaggi di Hopar che sorgono intorno a una conca naturale presso l’incontro degli splendidi ghiacciai Bualtar e Barpu. E’ possibile fare una breve camminata sul ghiacciaio. Si torna indietro sulla Karakorum Highway e si procede verso est fino alle sponde del Lago Attabad, formatosi nel 2010 in seguito a una colossale frana che ha sbarrato il corso del fiume Hunza. Nel tardo pomeriggio rientro a Duiker. Pensione completa. Pernottamento in semplice resort.

13° giorno / Duiker – Ganesh – Gilgit – Chilas (le piccole moschee in legno e le vedute del rakaposhi e del Nanga Parbat) (circa 230 km)
Dopo la prima colazione visita del villaggio di Ganesh che nel 2002 è stato insignito dell’Asia Pacific Heritage Haward dall’UNESCO per il restauro delle numerose piccole moschee di legno, riccamente intagliate, risalenti a 100-200 anni fa. Partenza verso sud per Gilgit ripercorrendo a ritroso il tratto di Karakorum Highway lungo il fiume Hunza ai piedi dell’imponente Rakaposhi. Si prosegue poi sempre verso sud fino a incontrare il fiume Indo e quindi il profilo del Nanga Parbat, nona montagna al mondo per i suoi 8.125 metri d’altitudine, Diamir è la sua denominazione locale. La vetta in estate è spesso coperta di nubi perché rappresenta l’ultimo baluardo contro il monsone. Al ponte di Raikot la strada si porta sulla destra orografica dell’Indo e attraversa una piana pietrosa assolutamente desertica fino a Chilas (950 m), una volta conosciuta come Sonamagar “Città della Luna”, tappa fondamentale della strada carovaniera che collegava la pianura a Gilgit. Pensione completa. Pernottamento in semplice hotel.

14° giorno / Chilas – Besham – Abbottabad (i petroglifi lungo la Via della Seta) (circa 340 km)
Già nel II secolo a.C. un importante ramo della Via della Seta passava da Chilas. Mercanti, missionari buddhisti e pellegrini si muovevano tra la Cina e la regione del Gandhara e viceversa. L’impronta dell’uomo è confermata in tutte le epoche dalle sculture e iscrizioni rupestri che si rincorrono lungo il percorso della Karakorum Highway e che dimostrano come questa via in mezzo ad aspre e solitarie montagne sia stata per secoli l’arteria culturale del Pakistan. La più alta concentrazione di iscrizioni rupestri lungo l’intera Via della Seta si trova nei pressi di Chilas: ruote, cavalieri, asce, stambecchi, bodhisattva, stupa, nomi, preghiere etc. Partenza verso sud, sempre lungo la Karakorum Highway, fino a Besham, che si trova all’estremità orientale del distretto dello Swat ed è una città pashstun. Si prosegue verso sud per Abbottabad (1.220 m), capitale dell’Hazara, fondata intorno al 1850 come guarnigione inglese. Pensione completa. Pernottamento in hotel.

15° giorno / Abbottabad – Taxila – Islamabad (uno dei più importanti siti archeologici di tutta l’Asia) (circa 125 km)
Dopo la prima colazione partenza verso sud per Islamabad, lungo la Karakorum Highway. Sosta per la visita delle rovine di Taxila (Patrimonio dell’Umanità UNESCO), una delle più importanti città dell’antichità, per secoli centro politico e culturale dei vari regni dell’India del Nord. La città fu fondata all’incrocio delle tre importanti vie commerciali della Bactriana verso l’Asia centrale, del Kashmir verso l’Indi e del Passo Khunjerab verso la Cina. Nel VI secolo a.C. fu annessa all’Impero Persiano da Dario, poi a quello Macedone di Alessandro Magno nel 326 prima d’essere conquistata da Chandragupta, il fondatore dell’Impero Mauria. Ashoka, il figlio di questo, la trasformò in un importante centro Buddhista fino a portarla a essere una delle maggiori università vediche, di buddhismo e di classicismo indù. Gli scavi archeologici hanno portato alla luce tre città distinte, più una serie sparsa di stupa, templi e monasteri. Visita del Museo di Taxila, dove sono esposti i resti rinvenuti negli scavi: sculture Ghandara, rilievi di stucco, immagini di terracotta, sigilli, oggetti in vetro, gioielli, ceramiche, utensili d’argento, scrigni, manoscritti e una vasta collezione di monete. Nei pressi del museo c’è un’altura con le rovine della città più antica, Bhir Mound, risalente al VI secolo a.C.. Una strada alle spalle del museo porta, in 3 km, al grande Stupa di Dharmarajika, chiamato anche Chir (spaccatura) Tope, per via dei cercatori di tesori che nei secoli passati hanno diviso la cupola in due parti. Si prosegue per Islamabad, la capitale moderna creata alla fine del XX secolo e pianificata da famosi architetti come esibizione geometrica di disciplina amministrativa e di governo. Pensione completa. Pernottamento in hotel.

16° giorno / Islamabad – Italia
Molto presto al mattino trasferimento all’aeroporto per il volo Turkish Airlines, via Istanbul, per l’Italia. Arrivo previsto a Milano Malpensa nel primo pomeriggio.

Sistemazioni previste:
- Islamabad: Islamabad Hotel, 4 stelle o similare (1 notte)
- Saidu Sharif: Swat Serena Hotel, 4 stelle o similare (2 notti) Chitral: Pamir Inn Riverside Hotel o similare (1 notte)
- Anish (Valle di Bumboret): PTDC Motel o similare (2 notti)
- Chitral: Pamir Inn Riverside Hotel o similare (1 notte)
- Phander: PTDC Motel o similare (1 notte)
- Gilgit: Gilgit Serena Hotel, 4 stelle o similare (1 notte)
- Duiker: Eagle’s Nest Resort (3 notti)
- Chilas: Shangri-La Midway Hotel o similare (1 notte)
- Abbotabad: Demanchi Hotel o similare (1 notte)
- Islamabad: Islamabad Hotel, 4 stelle o similare (1 notte)

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Date e prezzi
Prezzo
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Incluso/Escluso

Quota base a persona in camera doppia con partenza da milano Malpensa.


La quota comprende:
- Voli di linea in classe economica
- Guide locali di lingua inglese
- Accompagnatore italiano a partire da un minimo di 8 partecipanti
- Trasporti con automezzi fuoristrada e minibus 
- Pernottamenti come indicati
- pensione completa per tutto il viaggio
- Ingressi ai siti di interesse
- Dossier informativo sul Paese


La quota non comprende:
- Tasse aeroportuali (circa 340 euro a persona)
- Visto consolare Pakistan (circa 80 euro a persona)
- Bevande, mance, gli extra personali
- Assicurazione medico bagaglio annullamento (da 150 a 180 euro a persona in base al costo del viaggio)
- Costo individuale gestione pratica (80 euro a persona)
- Tutto quanto non specificato alla voce "la quota comprende"


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Appunti di Viaggio

Informazioni utili:



Trasporti
Si utilizzano minibus tipo Mercedes Sprinter in Kyrghizstan e minibus Toyota Hiace o Toyota Coaster in Cina; fuoristrada tipo Toyota Prado con 3 passeggeri + autista per auto (una vettura potrebbe avere 4 passeggeri) per tutto l’itinerario in Pakistan (eccetto il transfer in aeroporto a Islamabad). 


Trasporti
Si utilizzano minibus e fuoristrada.


Organizzazione
Guide locali di lingua inglese, accompagnatore italiano a partire da 8 partecipanti


Pernottamenti
A Islamabad vengono utilizzati hotel 4/5 stelle, gli altri hotel previsti nel tour sono molto semplici (i migliori esistenti in loco) ma sempre in camere con bagno privato, eccetto per la notte in casa privata a Sary Tash, in dove si dorme in camere comuni con servizi in comune.
Le case private utilizzate sono molto accoglienti e permettono di assaporare fino in fondo l’atmosfera e la cultura degli abitanti di questa regione. Le stanze, alte e spaziose, sono dotate di materassi, poggiati direttamente a terra sui tappeti, e coperte. In ogni ambiente si dorme in 4/6 persone. La doccia (spesso costituita da secchi d’acqua) e i bagni sono in comune.
Pranzi prevalentemente a picnic o in ristoranti locali, cene nei ristoranti degli hotel o in ristoranti locali. Qualità dei pasti media.
Si consiglia di portare sacco lenzuolo, asciugamano, sapone e carta igienica. 


Clima
Molto variabile in funzione dell’altitudine: caldo secco a Osh e Kashgar, fresco con momenti freddi sulle montagne del Kyrghizstan, Cina e Pakistan, caldo umido nella pianura dell’Indo. 


Disposizioni sanitarie
Non è obbligatoria alcuna vaccinazione. Il rischio malaria è basso (presente nella pianura dell’Indo). Si consiglia di informarsi presso l’Ufficio d’Igiene.


Formalità burocratiche
Per entrambi i paesi (Pakistan e Cina) è richiesto il visto consolare. Devono essere inviati almeno 30 giorni prima della partenza, il passaporto in originale (con validità di almeno 6 mesi dalla data di partenza) con quattro pagine contigue libere e 3 fototessera a colori da accompagnare ai moduli compilati in tutte le loro parti e firmati dal titolare del passaporto.


Sicurezza
Negli ultimi anni in alcune aree del Pakistan si sono verificati numerosi attentati terroristici. Nonostante tutto abbiamo deciso di proporre questo itinerario perché la zona del Pakistan del Nord non è stata coinvolta dalla spirale di violenza ed è ritenuta attualmente sicura. Comunque è richiesta una certa flessibilità e una buona capacità di adattamento a eventuali cambiamenti di programma dovuti a ragioni di sicurezza.


Caratteristiche del viaggio e grado di difficoltà
Viaggio molto interessante dal punto di vista etnografico dato che l’isolamento della vita nelle valli ha permesso il mantenimento di tradizioni e costumi non toccati dalla “globalizzazione”. Itinerario fisicamente un po’ impegnativo per alcune lunghe tappe di trasferimento in fuoristrada e della notte in casa privata in camere comuni e con servizi (latrina) in comune. 


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